
Le piogge in Sardegna nel periodo 1982 - 2005 |
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Scritto da Dario Secci | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lunedì 19 Ottobre 2009 21:32 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Considerazioni sui rischi di alluvione
L’Ente Idrografico della Sardegna ha da tempo pubblicato sul sito della Regione Autonoma della Sardegna i dati giornalieri di pluviometria di oltre 250 stazioni meteo collocate in varie zone dell’isola, con i dati che partono dal 1982 fino al 2005, pur con qualche incompletezza; 24 anni di dati restano comunque molto indicativi, possono rappresentare in linea generale il tipo di piovosità di un territorio, ma non riescono sicuramente ad esprimerne le potenzialità in quanto per questo tipo di studio è necessario uno storico dati ben più completo.
Scopo di questo articolo divulgativo è la rivisitazione dei dati e l’analisi della distribuzione delle piogge nell’isola durante l’anno nelle località prossime alla costa (fino a circa 15km), più soggette a fenomeni violenti soprattutto durante il periodo autunnale e invernale, quando il mare, riscaldatosi durante l’estate, favorisce lo sviluppo di fenomeni molto simili per intensità ai cicloni tropicali, sebbene con estensione relativamente limitata. Non sono rari comunque i casi in cui si sono sviluppati fenomeni intensi nell’entroterra, l’ultimo della serie risale a circa un anno fa, quando ci furono disagi nei comuni di Segariu, Villamar, Sanluri, ma di questo si parlerà in un articolo dedicato.
Sono state scelte 20 stazioni pluviometriche distribuite su 4 settori dell’isola: quello meridionale, quello occidentale, quello orientale e quello settentrionale; per ogni stazione sono stati analizzati i dati giornalieri e mensili. Le località prese in esame sono:
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La massima piovosità media si raggiunge a Santu Lussurgiu, pur avendo una quota inferiore rispetto a Genna Silana e a Is Cannoneris. Dal grafico si può notare come le località meno piovose dell’isola siano situate nel settore meridionale; la zona di Cagliari infatti presenta la più bassa piovosità di tutta l’isola.
1) I giorni con accumulo pluviometrico superiore ai 100 mm
I 100 mm di pioggia in 24 ore non sono sicuramente un accumulo alluvionale se sono ben distribuiti durante l’arco delle 24 ore; diventano tuttavia un problema se concentrati in poche ore. Non abbiamo in questo momento a disposizione i rilevamenti orari, ma appare chiaro come siano frequenti in Ogliastra le giornate con questa notevole quantità di pioggia:
Il dato di Villagrande S. è addirittura superiore a quello di Genna Silana; a Villagrande S. sono presenti addirittura 5 episodi di questo tipo nel 1996. Da notare come in alcune zone della costa occidentale, dal 1982 al 2005, non si è mai verificato questo tipo di fenomeno. Anche Villasimius registra una giornata con oltre 100mm di pioggia e sono presenti inoltre altri giorni in cui si sono sfiorati i 100mm. Da segnalare inoltre che a Tertenia, nell’ottobre del 1986, si superarono i 100mm per tre giorni consecutivi (13,14 e 15), con un picco di 171mm il 15; anche Dorgali registrò lo stesso tipo di evento nel marzo del 1996.
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2) I giorni con accumulo pluviometrico superiore ai 150 mm
Sono 12 le località che hanno raggiunto e superato un accumulo di questa entità in 24h; si noti come tutte le località della zona occidentale non abbiano mai rilevato un simile quantitativo di accumulo nel periodo preso in esame:
Villagrande Strisaili per ben 9 volte in 24 anni ha superato i 150mm, un evento quindi piuttosto frequente in questa località; non è comunque da meno Lanusei, che registrò 200,0 mm il 14 ottobre del 1986, in concomitanza con le suddette piogge torrenziali di Tertenia.
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3) I giorni con accumulo pluviometrico > 200mm Un accumulo di oltre 200mm in 24h generalmente è di portata alluvionale. Questi eventi purtroppo non sono rari in Sardegna, come verrà evidenziato nella tabella; 12 casi in 24 anni significano approssimativamente un evento ogni due anni. Spesso non si dà il giusto peso a questo tipo di fenomeni ed è spesso l’uomo stesso la causa dei disastri e della perdita di vite umane durante questi eventi estremi.
Lanusei registrò ben 3 giorni oltre i 200mm nel 1986 e uno il 1° novembre del 1993, giorno di cui si parlerà anche più avanti. Villagrande Strisaili ne registrò uno nel 1996, con 216 mm e l’altro durante l’alluvione del 2004. Anche Muravera risulta una località soggetta a fenomeni violenti, come quello del 1° novembre del 1993 e quello del 1999, anno in cui ci fu l’alluvione ad Assemini, Uta e Decimomannu, nel Campidano di Cagliari. Risulta invece piuttosto isolato l’evento verificatosi il 1° ottobre del 1988 a Is Cannonerisi, con 297,0 mm. Capoterra, con 195,0 mm caduti il 13 novembre del 1999, sfiorò la soglia dei 200mm; superò invece notevolmente questa soglia durante la tragica recente alluvione del 22 ottobre 2008.
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4) Analisi dei picchi massimi in 24h Arriviamo quindi alla parte forse più interessante di questa piccola ricerca. Sono di seguito riportati i massimi accumuli precipitativi rilevati nell’arco di 24h nelle varie località; come si diceva nell’introduzione, si tratta dei picchi rilevati in soli 24 anni dati, un periodo di tempo troppo breve per descrivere con precisione le massime potenzialità che può esprimere un territorio.
Spiccano subito i dati di Talana e Villagrande Strisaili, rilevati durante l’alluvione del dicembre 2004; sono dati impressionanti, ma sono nulla in confronto a quanto rilevato durante l’alluvione che colpì gli stessi territori nell’ottobre del 1951. Il dato di Genna Silana del 7 dicembre 2004 evidenzia quanto violenti e circoscritti siano stati i fenomeni nella zona tra la stessa, Talana e Villagrande Strisaili, se si pensa che a Lanusei furono registrati “appena” 83,6mm. Muravera e Lanusei condividono invece la data dell’accumulo più elevato, il 1° novembre del 1993, giorno in cui nelle altre 3 località ogliastrine non si raggiunsero gli 80mm. Lo stesso giorno è importante anche per il capoluogo dell’isola; il dato tuttavia è stato superato durante l’ultima alluvione del 22 ottobre 2008. Anche Padru, con oltre 200mm rilevati nel gennaio del 2000, risulta una località soggetta a fenomeni alluvionali con correnti di grecale; anche questo dato è stato superato nella recentissima alluvione del 24 settembre 2009, quando sono caduti oltre 300 mm di pioggia nella zona. Castiadas è una località mediamente soggetta a fenomeni violenti e risulta un punto di transizione tra la zona di Villasimius e quella di Muravera.
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Aglientu è ben esposta anche alle correnti di grecale e il record è stato rilevato appunto con correnti di grecale, in cui anche la stessa stazione meteorologica di Padru rilevò 132,2mm il 25 gennaio del 1992. Il record di Santu Lussurgiu risale invece ad una piovosa giornata nella zona centro occidentale dell’isola, stesso giorno in cui Sindia registrò oltre 70mm; presumibilmente non furono fenomeni particolarmente violenti. Il dato di Iglesias compare nel primo anno dello storico, unico giorno in cui risultano oltre 100mm nella cittadina del Sulcis-Iglesiente; sono comunque presenti varie giornate con accumuli superiori ai 70mm. Sedini invece registrò un forte temporale nell’agosto del 2002, unico giorno in cui si siano registrati accumuli superiori ai 100mm; per il resto la piovosità di Sedini è piuttosto regolare, senza picchi elevati, così come quella di Sindia e di Villanova Monteleone. Oristano non presenta picchi particolarmente elevati, sono rari i casi in cui si sono superati i 60mm/24h; resta comunque una città costiera, quindi soggetta a rovesci intensi soprattutto durante i primi temporali autunnali, capaci di creare disagio in città.
5) Massimi accumuli annuali e mensili
Le località del settore orientale dell’isola presentano i picchi più elevati di piovosità mensile:
Questo è dovuto principalmente al fatto che talvolta si sommano due o più intensi eventi; i dati di Villagrande Strisaili e Talana corrispondono alla piovosità media di una località collinare sarda! Da sottolineare per queste due stazioni il fatto che ai dati giornalieri del 7 dicembre 2004 si sommò una simile quantità di pioggia caduta durante il mese, fatto altrettanto degno di nota.
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I massimi annuali sono più elevati nel settore orientale, ma in questo caso alcune località, specie quelle con piovosità media piuttosto bassa, registrano un massimo annuale più basso rispetto a quelle della zona occidentale:
Il dato di Villagrande Strisaili ricorda una piovosità annuale delle zone tropicali; Is Cannoneris, ben esposta alle correnti di Libeccio e di Scirocco, presenta un picco annuale significativo, così come Santu Lussurgiu.
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Si possono notare le località della costa occidentale, specie quelle di collina, che presentano dei massimi superiori a quelli di alcune località della zona orientale, come Muravera o Tertenia. Tutto questo ha un significato ben preciso: nel settore occidentale la pioggia cade con maggiore frequenza, seppur con minore intensità. Nel prossimo paragrafo si analizzerà questo aspetto.
6) Distrubuzione delle piogge durante l’anno
Ad una piovosità piuttosto irregolare, con accumuli pluviometrici estremi e con lunghi periodi senza precipitazioni, che caratterizza le località del settore orientale, si contrappone invece la più regolare e meglio distribuita piovosità delle località occidentali. Le analisi sono limitate all’anno di maggiore piovosità per ciascuna stazione, tra i 24 analizzati, ed è stato fatto un rapporto tra quantità di pioggia totale e numero di giornate di pioggia:
La tabella e il grafico mostrano l’accumulo medio per giorno di pioggia:
![]() Interessante anche l’inverso, che ha comunque lo stesso significato, ovvero in quanti giorni di pioggia mediamente una località raggiunge il valore di 100mm; è stato considerato anche in questo caso l’anno con maggiore piovosità:
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7) Conclusioni
La circolazione atmosferica generale alle nostre latitudini favorisce le zone occidentali, in quanto le perturbazioni generalmente si muovono da ovest verso est; ne deriva che anche sulla nostra isola sono le zone occidentali quelle che beneficiano di un maggior numero di giorni piovosi. Tuttavia, anche se meno frequenti, le correnti sciroccali contengono una quantità di umidità specifica ben più elevata rispetto alle correnti occidentali, in quanto la temperatura risulta generalmente più elevata; è scontato che le zone orientali dell’isola sono le più esposte a questo tipo di correnti. Inoltre la particolare orografia dell’est dell’isola, con montagne quasi a picco sul mare, esalta questo tipo di correnti specie dove i rilievi sono più elevati, dove si verifica il cosidetto “stau”, ovvero il sollevamento forzato di masse d’aria, che raffreddandosi perdono la capacità di contenere il vapore acqueo che a sua volta condensa in pioggia. In Ogliastra si verificano gli eventi più estremi dell’isola proprio per questi motivi.
Le forti piogge sono eventi naturali, che l’uomo definisce catastrofici quando queste gli arrecano dei danni; solo una buona conoscenza del clima del territorio, associata ad una buon piano urbanistico che non invada le naturali vie di scorrimento delle acque superficiali, possono aiutare a definire le forti piogge come tali, e non come disastri, spesso annunciati. In questo articolo appare chiaro quanto siano a elevato rischio idrogeologico le località del settore orientale dell’isola; appare altresì evidente quanto le alluvioni non siano eventi eccezionali in un vasto settore della Sardegna. Spesso si tende a sottovalutare questo aspetto, sia per scarsa conoscenza del territorio, sia per comodità da parte di chi conosce i problemi, ma li nasconde sotto il profitto del mattone. Ogni qualvolta si presenti un’alluvione, quali Assemini-Uta-Decimomannu nel 1999, Villagrande Strisaili nel 2004, Capoterra, Orosei e il Cagliaritano nel 2008 o la Gallura nel 2009, le riflessioni in merito sono ben poche e molto spesso si riducono al crudo conteggio dei decessi. In soli 24 anni di dati, nulla in confronto all’età della nostra isola, che raggiunse la condizione di insularità circa 15 milioni di anni fa, si sono registrate ben 5 alluvioni, che sommate a quelle degli ultimi anni diventano 9 in 28 anni, mediamente una ogni tre anni. I tempi di ritorno calcolati per questo tipo di fenomeni sono diversi da località a località, non è oggetto di questo articolo fare uno studio sui tempi di ritorno visto il ridotto arco di tempo preso in analisi. Un calcolo sui tempi di ritorno, fatto su eventi di questo tipo, non deve essere comunque una licenza per la speculazione edilizia, specie nelle località in cui i tempi di ritorno sono lunghi: un tempo di ritorno lungo non è infatti una previsione, ma un semplice calcolo statistico. Ad esempio, per una determinata località un giorno con accumulo di pioggia >300mm può avere tempi di ritorno di 50 anni, ma nessuno può escludere che l’evento si presenti per 2 anni consecutivi, semplicemente perché in quella zona è statisticamente possibile che l’evento si verifichi, per ragioni fisiche che prescindono da ogni calcolo statistico. Nelle zone occidentali dell’isola il rischio pare inferiore, anche se in passato si sono verificati degli eventi comunque estremi quali forti temporali accompagnati da trombe d’aria.
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Alluvioni: Rosso = rischio elevato Giallo = rischio medio Verde = rischio basso
* non è stato preso in considerazione lo storico di Aglientu del 1996, in quanto presenti numerosi dati sospetti. |
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Ultimo aggiornamento Martedì 20 Ottobre 2009 10:39 |
