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Scritto da Fortunato Loi   
Sabato 01 Agosto 2009 13:35
Indice
Religiosità e Magia
Malocchio, spavento, paure
Durante i temporali
S'accabadora e s'ammutadori
Animali della mitologia popolare e filastrocche
Tutte le pagine

Ad Asuni, come in tutti i paesi della Sardegna, la religione scandiva ogni azione della vita quotidiana, cosicché ogni attività veniva accompagnata da una preghiera, sia che fosse per ringraziamento, che per chiedere una grazia o per curare una malattia.

Ciò non di meno accanto alla religione ufficiale vi era una forma di religiosità tramandata dalla cultura popolare che era una commistione di preghiera e magia.

Lo stesso accadeva per la medicina che accanto ai rimedi scientifici venivano eseguiti rimedi tramandati sia attraverso formule magiche che con cure empiriche.

Così accanto ai rappresentanti della religione ufficiale e dei medici convivevano “is bruxius”  (fattucchieri) e “cogas o maiaxras”  (fattucchiere) che si riteneva potessero lenire la sofferenza delle persone con formule magiche e preghiere dette “brebus”.

Tale cultura era tanto radicata che alcune formule per la guarigione erano comunemente praticate, mi ricordo di esserne stato sottoposto personalmente quando ero bambino; come  pure ricordo alcune preghiere che venivano recitate in momenti di difficoltà o pericolo.

Oltre  a tali figure, altre due figure godevano di un più alto prestigio  “ Su frabotu” e “Sa maista e partus”.

 

Su frabotu  o flabotu” – (flebotomo)

Is frabotus erano uomini, raramente donne, dotati di particolari abilità ed esperienza sia nel preparare unguenti o medicamenti fatti di erbe, sia nel ricomporre “scuaddigaduras e trociduras” (slogature) che “intabeddai fratturas”(fasciare fratture).

 

Sa maista de partus” – (Assistente ad parto)

Sa maista de partus”, era una donna, che aiutava le partorienti del paese, essa veniva chiamata alle prime doglie ed assisteva la partoriente fino alla nascita del bambino.

Nel periodo del travaglio diventava  la direttrice di tutte le operazioni familiari, quali far riscaldare l’acqua per lavare il bambino appena nato, preparare gli asciugamani e lenzuola, sgridare i ragazzini irrequieti, incoraggiare il marito ansioso.


 

1 - Malattie e rimedi

Dolori e caxiallis – Mal di denti

Il mal di denti veniva curato con sciacqui di acquavite o vino bollito.

 

Guroñis – Foruncoli

I foruncoli venivano curati con impacchi caldi di “narbixedda” (malva) fatta bollire, sgocciolare e poi pestata con del lardo, oppure applicando una crema ottenuta mescolando assieme del vino con un po' di farina e olio d'oliva

 

Dolori e origas – Mal d’orecchi

Il mal d’orecchi veniva curato con impacchi di “poddini” (crusca) calda.

 

Dolori e matza de is pippius – Mal di pancia dei bambini

Il mal di pancia dei bambini veniva curato con modi diversi, alcune mamme cospargevano l’ombelico con “tabaccu e nasu” (tabacco da fiuto), altre preparavano una “pippia e zuccuru”  imbevuta di acquavite e la facevano succhiare.

Questo rimedio lo usavano anche per fare addormentare i bambini. “Sa pippia e zuccuru” era costituita da un involucro di tela contenente dello zucchero, della forma di succhiotto.

 

Dolori e iskina e xiatiga – Mal di schiena e sciatica

Venivano curate con “Is bentosas” (le ventose). Esse si  fanno appoggiando una moneta rivestita con della stoffa imbevuta d'olio nella parte dolorante, si dà fuoco alla stoffa e la si copre con un bicchiere capovolto.

Consumandosi l'ossigeno dentro il bicchiere, la pelle viene tirata facendo così passare il dolore.

 

Dollus – Dolori reumatici

I dolori reumatici  venivano curati con un impacco  costituito da foglioline di  “Spinecristi” pestate ed amalgamate a caldo con olio d’oliva  e “poddini”(crusca).

Si metteva il composto in un “zappulu” (panno) piegato a mo di borsa e si applicava alla  parte dolorante.

 

 

Trociduras – Slogature

Le slogature venivano rimesse in sesto dai “is frabotus” . L’arto veniva massaggiato con olio d’olivo caldo e successivamente  veniva fasciato stretto.

 

Guroñis de conca e priogu – Pidocchi e relativi foruncoli.

La presenza “de priogu” (di pidocchi), cosa comune, oltre al fastidio causato dal prurito causa anche la formazione di foruncoli nella cute.

Per disinfestare  la testa da “su lindini” (lendini)  si realizzava una lozione preparata con i semi di una pianta chiamata “bocci priogu” (ammazza pidocchi - anagiride), i semi simili a piccoli fagioli venivano tostati, finemente macinati e mescolati con olio d’oliva, quindi spalmata in testa.

 

Arramadiu – Raffreddore

Il raffreddore dei bambini veniva curato facendo aspirare il fumo prodotto dallo zucchero gettato sulle braci ardenti, mentre gli adulti lo curavano bevendo uno sciroppo ottenuto facendo bollire vino con zucchero.

Il vino veniva fatto bollire fino a quando la quantità iniziale si dimezzava.

 

Su Tussi – La tosse

La tosse si curava con impacchi di “poddini”(crusca) bollente che si metteva in un sacchetto e poggiato sul petto.

            Si beveva anche uno sciroppo ottenuto facendo bollire vino con zucchero come per il raffreddore; per i bambini lo sciroppo era costituito da latte e miele, bevuto bollente

 

S’influenzia – Influenza

Il rimedio contro l'influenza consisteva nel far mettere al malato la testa coperta con un panno sopra una bacinella piena di acqua bollente, sulla quale era poggiato un setaccio contenente foglie di sambuco e di alloro, quindi si faceva inspirare il vapore.

Il malato doveva coricarsi immediatamente e veniva coperto con coperte di lana in modo da sudare abbondantemente.

 

S’abruxiori de istomugu – Ulcera

L’ulcera veniva curata facendo mangiare al malato lumache crude, possibilmente “braballucus”.

 

 

Su Fogu de Sant’Antoñi – Fuoco di Sant’Antonio o Herpes Zoster

Un parente, all’insaputa del malato, chiedeva in giro una piccola offerta fino ad avere la somma necessaria per poter pagare la celebrazione di una messa.


Su malli ‘e sa faixedda -  (Favismo)

Su malli ‘e sa faixedda (il fauvismo) è una malattia genetica, ereditaria, ed è dovuta alla mancanza dell’enzima G6PD - glucosio-6-fosfato deidrogenasi - nei globuli rossi del sangue.

Oltre che in Sardegna il favismo è diffuso anche in Africa ed in tutto il bacino del Mediterraneo, ossia nelle stesse zone dove l’agente della malaria ha colpito in passato, o colpisce tuttora, le popolazioni.

Per curare  l’intossicazione da fave si ricorreva a “s'interradura”; l’intossicato veniva sepolto, a mezzogiorno, ora più calda , in su “muntronaxiu” (letamaio), esistente in tutti i cortili.

Praticamente veniva  avvolto in una coperta e ricoperto dallo sterco dei bovini  da lavoro che si tenevano in casa, quindi dopo mezz’ora di questa terapia veniva riesumato e portato in cucina dove gli veniva offerto da mangiare salsicce e lardo con abbondante vino rosso, dicevano, “ca fadiada abbundazia de sanguini” (che facesse rigenerare abbondantemente il sangue).

 

Is Porrus – I porri

Sa maxia de is porrus -  La medicina per far sparire i porri consiste nel contare tutti i porri e poi fare tanti nodi quanti sono i porri in un filo durante la fase di luna  calante, recitare un'Ave Maria, un Padre Nostro e buttare il filo in un luogo ove non passerà mai chi ha i porri.

 

Su Braxiollu – Orzaiolo

L'orzaiolo spariva quando veniva (cosìu de is tres Marias)  Tre donne chiamate Maria, con le quali non si mai dormito, passano sull'occhio per tre volte un ago con il filo, raffigurando il segno della croce.

 

S’ammuschitadura – Pizzicore di naso o gola causato a un insetto

Una minuscolo “Muschittu” (moscerino)  nel periodo di marzo-aprile si muove a sciami tra i boschi di lentischio, cisto e la ferula.

L’insetto attirato dall’odore del latte durante la mungitura, volando vicino al mungitore emette dei microbi che vengono assorbiti tramite la respirazione.

I microbi causano un’infezione alla gola e al naso, facendo accusare pizzicore o prurito.

Ai primi sintomi bisognava fare gargarismi con “ascedu e acquadrenti” (aceto ed acquavite) per il pizzicore della gola ed annusare tabacco da fiuto per prurito al naso.

 

Zaccaduras de peis e de mañus – Screpolature della pelle

Sa tramuntaña” (tramontana) era ed è la causa delle screpolature delle mani esposte al freddo, in tempi passati a causa dell’andare spesso scalzi si screpolavano anche i piedi.

Il rimedio era costituito da “sungia de pudda”, (grasso di gallina) che ammorbidiva la screpolatura.

 



Ultimo aggiornamento Mercoledì 02 Settembre 2009 00:21
 

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