Sa cresima - la cresima Stampa
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Scritto da Fortunato Loi   
Sabato 01 Agosto 2009 11:12

Quando arrivava il periodo della cresima, il cresimando chiedeva al proprio genitore di contattare la persona da lui prescelta per essere cresimato.

Questi se riteneva la persona, indicata dal figlio, idonea allo scopo, secondo sue soggettive valutazioni, andava chiedere “ de fai su praxeri de fai de padrinu de cresima a  su picciocheddu” di fare la cortesia  fare da padrino al ragazzo  per la cresima.            

Se invece non riteneva idonea la persona prescelta, distoglieva il figliolo e lo indirizzava su altra persona.

Arrivava il giorno della cresima, generalmente in periodo primaverile, lungo la strada che percorreva il Vescovo le finestre prospicienti la strada venivano addobbate con preziosi tappeti e la strada stessa cosparsa di fiori e menta.

Alle grondaie dei tetti venivano ancorate le catenarie di bandierine di carta colorata, lavorate a diversi disegni e rigidamente eseguite da “is priorissas” le donne delle confraternite.

La domenica mattina, fatidica, sveglia all’alba; grandi preparativi, attesa con ansia; ed arrivava l’ora di andare in chiesa richiamati dalle campane del caro campaniletto, il  padrino prescelto si recava a casa del cresimando e lo prelevava per accompagnarlo in chiesa per la funzione.

Ricevuto il fatico buffetto dal vescovo, finita la funzione religiosa, il padrino portava con se il cresimato, lo invitava a pranzo e nel pomeriggio dopo avergli consegnato il regalo lo riaccompagnava a casa.

Il regalo di cresima per i maschi consisteva generalmente in un orologio, mentre per le femmine una catenina con medaglia o crocifisso, però a volte si vedeva rientrare il cresimato con una pecora a guinzaglio che mal volentieri voleva seguirlo.